Archives: 15/11/2018

Obiettivo: 100% riciclo per la plastica

> Articolo tratto da SkyTG 24 del giorno 07-06-2018 <

Anche nell’utilizzo della plastica può esserci una coscienza “green”: la startup Socopet ha sviluppato una tecnologia per una plastica alimentare Pet che è riciclabile al 100%. Un dettaglio non da poco, grazie al quale i contenitori e i recipienti realizzati con questo materiale (alternativi a quelli tradizionali del mercato alimentare) possono essere interamente riciclati. È una plastica “pregiata”, destinata in maniera certa e completa alla filiera del riciclo, che non rischia di essere dispersa nell’ambiente, inquinando, o di essere termovalorizzata. Quest’anno il progetto ha chiuso una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd.com: l’obiettivo era raccogliere 100 mila euro, ma Socopet ne ha ottenuti oltre 340 mila. Tra i clienti attuali ci sono anche colossi mondiali del food e importanti marchi italiani di conserve alimentari.

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Una rivoluzione chiamata PET: il caso Socojars

> Articolo tratto da IPPR il 28-02-2018<

Dopo molti anni, grazie alle attività di raccolta differenziata e riciclo delle bottiglie in PET, è stato possibile evitare la costruzione di 42 discariche, risparmiando al tempo stesso circa 3 milioni di tonnellate di CO2. Il riciclo di questo materiale contribuisce a dare un concreto contributo all’economia verde del nostro Paese, riducendo l’impatto ambientale della plastica prodotta dall’industria del beverage, oltre a generare indotto e occupazione.

Il PET (PoliEtileneTereftalato) è uno dei materiali più utilizzati per confezionare bottiglie di plastica perché leggero, resistente e riciclabile al 100%. Nell’industria delle acque minerali per esempio il packaging è fondamentale e richiede l’utilizzo di materiali in grado di proteggere la qualità, la purezza e le proprietà distintive originarie dell’acqua minerale. Attraverso la raccolta e il riciclo inoltre, il PET può essere trasformato in vari tipi di risorse riutilizzabili: pile, rivestimenti per automobili, pannelli isolanti e, dal 2010, anche in nuove bottiglie per l’acqua minerale in R-PET food grade (PET riciclato idoneo al contatto con gli alimenti).

Secondo le ricerche condotte in questo campo la raccolta-riciclo del PET ha dato benefici all’Italia per 1,2 miliardi di euro. In particolare sono cresciuti i servizi di raccolta differenziata, le attività logistiche e i processi di selezione e riciclo. Tutto questo ha generato la nascita e lo sviluppo di aziende specializzate, formando un tessuto di piccole e medie imprese e contribuendo allo sviluppo di un’economia green.

La versatilità del PET, la capacità di migliorare i trasporti, di garantire la conservazione e l’igiene dei cibi, nonché di essere un materiale facilmente riciclabile ha spinto Marco Petrelli a pensare e mettere a punto Socojars. Si tratta di una materia plastica innovativa che sta rivoluzionando il packaging alimentare, portando alla definitiva sostituzione del vetro nel settore del beverage.

Socojars è già presente nei settori delle confetture, dello yogurt, dei sughi pronti, dei gelati confezionati e del ketchup e mira ai due grandi mercati dei prodotti pastorizzati: le passate di pomodoro e gli omogeneizzati.

Socojars supera alcuni dei limiti attuali, garantendo un’adeguata barriera all’ossigeno che permette la corretta conservazione e scadenza dei prodotti, la necessaria resistenza termica per la lavorazione nelle attuali linee di riempimento delle aziende, la possibilità di utilizzare le stesse macchine riempitrici ed evitare costosi cambi di attrezzature.

Tra le aziende che hanno scelto questo packaging ce n’è una, operativa in Turchia, che produce oltre 100 milioni di bottiglie di ketchup all’anno. Al momento Socojars è stato impiegato per 15 milioni di bottiglie, 3 milioni di vasetti di gelato e 2 milioni di vasi di mostarda.

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GRAZIE A TRE ROUND DI SUCCESSO, IN SOLI 2 MESI DEL Q1 2018 L’EQUITY CROWDFUNDING ITALIANO BATTE OGNI RECORD

> Articolo tratto da Crowdfunding Buzz del giorno 28-02-2018 <

Socojars e Scloby su Mamacrowd e Smart Domotics su Crowdfundme hanno raccolto complessivamente €645k battendo ogni record trimestrale con 1 mese di anticipo

Nei giorni scorsi, a strettissimo giro, 3 round di equity crowdfunding si sono chiusi con successo: Smart Domotics (Crowdfundme) con 150k raccolti, Scloby (Mamacrowd) con 214k e Socojars (Mamacrowd) con 280k.

Questi successi hanno portato la raccolta del primo trimestre a battere già, dopo soli due mesi, i risultati del migliore trimestre precedente (il Q3 2017): 16 società finanziate (contro 14), 3,408 milioni (contro 3,4) e 1.395 investitori (contro 948). Qui la nostra infografica aggiornata.

Le tre campagne appena concluse, inoltre, sono tutte in overfunding, hanno cioè raccolto molto di più del loro obiettivo iniziale.

Smart Domotics
La campagna di Smart Domotics era stata lanciata appena due settimane fa su Crowdfundme e in pochi giorni ha raggiunto e superato l’obiettivo minimo di €80 mila, raggiungendo poi anche l’obiettivo massimo di €150.000, grazie a 71 investitori e spingendo così a chiudere il round con largo anticipo.

Smart Domotics produce e vende i prodotti e software di domotica, monitoraggio, analisi e automazione del consumo di energia e di parametri ambientali. Fondata alla fine del 2013, con lo scopo di rispondere alla forte richiesta di mercato per il risparmio energetico, la startup è cresciuta rapidamente, vincendo anche numerosi premi per l’innovazione e l’efficienza energetica.

Scloby
Il round di Scloby, sulla piattaforma Mamacrowd, ha raccolto 214 mila euro, più del doppio rispetto al proprio obiettivo minimo di 100mila, grazie al contributo di 79 investitori.

Scloby ha innovato il sistema delle casse nei punti vendita con una piattaforma cloud che gestisce i processi di commercianti e ristoratori: dall’emissione degli scontrini alla gestione di magazzino, raccogliendo per conto dati dettagliati utili a migliorare le strategie di vendita e profilare i propri clienti.

Nata nel 2013 con l’obiettivo di rendere competitivi commercianti e ristoratori nell’era dell’e-commerce, Scloby è oggi un’azienda con un fatturato che cresce del 100% ogni anno e una retention dei suoi Clienti superiore al 95%.

Socojars
La campagna di equity crowdfunding di Socojars ha raccolto quasi il triplo del proprio obiettivo minimo di 100mila euro sfiorando i 300k grazie a ben 136 investitori.

SocoJars è una tecnologia della startup Socopet che costituisce la prima vera e collaudata alternativa ai packaging tradizionali, in particolare al vetro, per i prodotti alimentari. Grazie a questa tecnologia viene prodotta una plastica PET trasparente e 100% riciclabile senza comportare alcuna variazione delle attuali linee di riempimento o della vita a scaffale (shelf life) attualmente indicata sulle etichette dei prodotti.

Inoltre, le performance del PET SocoJars®, migliori degli attuali package in termini di peso, trasportabilità e costo, hanno consentito l’acquisizione di grandi clienti dell’industria alimentare italiana e internazionale.

http://www.crowdfundingbuzz.it/grazie-tre-round-successo-2-mesi-di-q1-2018-equity-crowdfunding-italiano-batte-record/


Il PET riciclabile che rivoluziona il packaging dell’alimentare | Socojars

> Articolo tratto da startup italia del 09-02-2018 <

Socojars è un materiale plastico innovativo in grado di sostituire il vetro nel packaging dei prodotti alimentari. Nel 2017, Socojars è stato usato per 15 milioni di bottiglie di ketchup e sta per sbarcare anche tra gli omogeneizzati.

“Un giorno, mentre facevo la spesa in un supermercato di Voghera, la vista e la mente sono stati catturati dai contenitori differenti usati per le bevande, in plastica, e il conserviero, in vetro. E mi sono chiesto: perchè non trasferire i vantaggi della plastica anche per il packaging dei prodotti alimentari, trovando la tecnologia più adatta?”.

Così, Marco Petrini racconta a StartupItalia! com’è nata l’idea di Socojars, un Pet apparentemente simile a quello comune e che, invece, è in grado di garantire un’adeguata barriera all’ossigeno, necessaria per mantenere inalterata la vita da scaffale del prodotto alimentare, come fatto dal vetro. Laureato in Economia aziendale e imprenditore di seconda generazione, con un’azienda di famiglia attiva prima nel settore dell’imballaggio plastico, poi del packaging in polietilene, Marco Petrini, dopo anni di ricerca con laboratori e centri dell’Alessandrino, trova la “formula” di trasferimento tecnologico da adottare per realizzare Socojars.

Una soluzione talmente innovativa ed efficace da decretare il successo della campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd e l’acquisizione di clienti come Kraft-Mondelez, Casalasco-De Rica e Lazzaris.

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Socojars, ecco la prima pmi industriale in crowdfunding che rivoluzionerà il settore alimentare con la plastica

> Articolo tratto da BIMAG il 8-2-2018 <

331.541 euro ottenuti, un valore equivalente al 332% in più rispetto alla richiesta iniziale, con oltre 100 investitori coinvolti, in poco meno di due mesi e a meno di 10 giorni dalla fine della campagna di raccolta fondi. Sono questi solo alcuni degli straordinari numeri che stanno caratterizzando uno dei migliori e più interessanti esperimenti mai provati dal crowdfunding italiano. Il destinatario di questi investimenti, infatti, è Socojars, la prima pmi industriale, specializzata nella produzione su larga scala di contenitori alimentari in plastica completamente riciclabile, che ha deciso di provare a raccogliere finanziamenti online nel Belpaese.

Un outsider, se così si può definire, che prova a farsi largo con successo in un mondo finora di esclusiva proprietà delle startup digitali, giovani e a forte impatto avveniristico. Un progetto, reso possibile grazie al supporto di Mamacrowd e Startup Angel, di cui abbiamo voluto scoprire meglio le caratteristiche insieme a Marco Petrini, fondatore e attuale Ceo della società piemontese, che ci ha raccontato il segreto di una delle pochissime startup italiane capaci di non bruciare, ma di generare liquidità nel primo anno di vita.

Petrini, come nasce questa idea imprenditoriale?
«Nel lontano 2006 mi trovavo in un supermercato e guardando le varie corsie mi sono accorto che nel mondo del beverage il vetro è praticamente scomparso, per svariati motivi a cui la plastica ha saputo porre rimedio, come una miglior trasportabilità, riciclabilità e gestibilità, un minore costo e una maggiore resistenza. Quando poi ho fatto due passi in più e sono arrivato nel settore alimentare mi sono accorto che lì il vetro la faceva ancora da padrone. Così ho iniziato a chiedermi: ma se tutti questi vantaggi vengono riconosciuti alla plastica dal mercato delle bevande, perché non lo stesso processo non viene attivato anche nel mercato della produzione di alimenti?».

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PET: successo in crowdfunding per una startup italiana

> Articolo tratto da PackMedia del giorno 26-01-2018 <

Socojars – la prima startup industriale italiana in crowdfunding tramite Mamacrowd – attira investitori e capitali. E vince una scommessa.

Su Mamacrowd (principale piattaforma di equity crowdfunding italiana per capitale raccolto, con oltre 6 milioni di euro), circa 100 investitori hanno già sostenuto il materiale plastico innovativo e alternativo al vetro, che rivoluziona il packaging alimentare, messo a punto da Socojars. Una dimostrazione che l’equity crowdfunding funziona non solo con l’innovazione digitale.

A 20 giorni dalla fine della campagna online su Mamacrowd – che rimarrà aperta per nuovi investitori fino al 1 febbraio 2018 – ha raccolto infatti 288mila euro, raggiungendo finora il 288% di overfunding rispetto al capitale minimo richiesto: un segnale importante nella crescita del crowdfunding italiano, fino a oggi utilizzato in prevalenza da società con forte connotazione digitale e con business legati ai grandi trend internazionali.

Socojars produce contenitori grazie a una tecnologia che ha peraltro già convinto aziende alimentari del calibro d Kraft, Mondelez, Casalasco – De Rica e Lazzaris. Nel 2017 ha prodotto 15 milioni di bottiglie di ketchup, 3 milioni di vasi di gelati e 2 milioni di vasi di mostarda.
A differenza di molte startup agli esordi, Socojars non “brucia” liquidità ma la crea già dal primo anno di vita: grazie a una tecnologia operativa e testata garantisce marginalità e flussi finanziari positivi.

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